Tienimi la fronte
memoria
con la tua mano fredda
ché ho conati di pianto.
Un’aureola compongo stanotte
d’affanni
oltre una trasparenza di me
sulla tua vestaglia a quadri:
l’odore dei tuoi pantaloni
avana
le tue bianche dita coniche
cariche di frutta estiva.
Serena forte solitudine.
Il mondo continua
a complicarsi
dietro ai doppi vetri.
Lascia che accosti le tende.
Nessuno ha mai capito
il nostro chimico protocollo.
Nessuno ha mai scoperto
la nostra muta fonte notturna.
Vedi mio poeta?
È scritto qui,
in questa carta da lettere.
È tutto scritto qui:
il tuo, il mio silenzio,
il nostro patto indiscusso,
tutte le nostre trasformazioni,
epifanie della Nostalgia.
E finalmente,
un po’ di seria,
giusta,
solitudine.