Seamow, you will find all your brothers here
and sense you've met a few already, by chance or mistake.
See them all in your wandering the world, they will tell you of the lands I trod.


1 giugno 2009

Porte convesse

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In una parentesi della mia vita ho incontrato termini sconosciuti.

Nelle parentesi si entra dall’alto, altrimenti – volendolo - si eviterebbe di accedervi, riconoscendone la porta convessa; o per eccesso di velocità, sfondando quella porta. Per la fretta.
É sempre lo slancio, di un salto provocato o di una corsa istintiva, che condanna al nuovo territorio. E non è affatto detto che entrando in una nuova parentesi si esca dalla precedente. Anzi, il più delle volte l’annidamento è indistricabile e non segue le regole dell’algebra lineare.

Ebbene in quella parentesi, che chiamerei “periodo delle perle”, non riconoscevo più nessuno. A cominciare da me. Tutto era indurito, levigato e impenetrabile. Le cose, le parole, persino i pensieri, cozzavano tra di loro respingendosi, rimbalzando festosamente con un leggerissimo ticchettìo. E per constrasto, un silenzio immenso, altrimenti inavvertito nel suo continuum, mi lasciava in un’apnea che forse avevo provato una volta soltanto, al largo, supino sul materassino, compresso tra mare e cielo e con un gusto di non-senso in bocca.

Ma c’è un altro modo di entrare nelle parentesi: girare la maniglia ed aprirne la porta. Di proposito. Trovare una porta convessa non è mai un problema, sono ovunque. Ci sono quelle con tanto di targa fuori e quelle nascoste, più o meno goffamente: talvolta solo coperte di muschio, talvolta profondamente insabbiate; alcune si nascondono sotto i tappeti ma si rivelano per gli avvallamenti del pavimento, in un gioco un po’ puerile di serendipità.

E così ho fatto questa volta. Ho aperto io quella porta.

E so di essere là, proprio dove, nella mia mano sinistra, la linea della vita, stringendo la curva del Monte di Venere, offre una curiosa biforcazione: un ramo più corto, ma ugualmente marcato, che si allontana, proprio sulla linea di fuga.

Il “periodo delle perle” non è ancora terminato e io ho preso il ramo corto.

Finché potrò, non perderò di vista il percorso primario, ma presto dovrò solo immaginarlo, nel suo letto maestoso inciso da uno scriba ordinatore, perché troppo impervio sarà il territorio per ritrovarlo.